Neutralità climatica, il nuovo obiettivo dell’Unione Europea
Cos’è, come funziona e quali sono le implicazioni per gli immobili
La neutralità climatica è una sfida che da anni si pone l’Unione Europea; la possibilità di aumentare l’efficienza energetica di un paese con i moderni strumenti è divenuta obiettivo unico.
A piccoli ma grandi step, entro il 2050 vi sarà un impatto climatico zero.
Ma da dove inizia questa attenzione al clima?
Dobbiamo risalire ad anni orsono, a quando, nel 2015 tutti gli stati membri dell’Unione Europea hanno firmato l’accordo di Parigi, all’interno del quale si assumevano obblighi e ponevano obiettivi.
Partiamo dall’inizio; cos’è la neutralità climatica
Innanzitutto v’è da chiedersi cosa significa neutralità climatica.
Come sappiamo, la produzione di CO2 ha raggiunto dei picchi importanti negli ultimi decenni, con un abbassamento della stessa durante la pandemia, ma che mai poteva andare a sopperire gli anni di sfruttamento che ha subito il nostro pianeta.
Ad oggi, ciò che si verifica è una produzione eccessiva di questo gas che il pianeta non riesce a smaltire.
La neutralità climatica si pone come obiettivo di riuscire a portare ogni stato membro alla produzione di CO2 in una quantità adeguata affinché possa essere smaltita dal pianeta stesso.
Le conseguenza di questa sovrapproduzione hanno implicato che negli anni ci fosse un innalzamento del livello dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai, l’incrementarsi di fenomeni atmosferici con effetti disastrosi sulla nostra vita;tutti questi fenomeni sono riconducibili al riscaldamento globale, nemico di cui oggi si parla copiosamente.
La strategia dell’Unione Europea
Per raggiungere la neutralità climatica e contrastare questi sgradevoli e ormai ben conosciuti fenomeni, la strategia dell’UE è questa; una sul breve termine e una sul lungo termine.
La prima deve essere portata a compimento entro il 2030 e prevede la riduzione dei livelli di CO2 del 55% rispetto al 1990.
Questo obiettivo dovrà essere raggiunto grazie a leggi specifiche in ogni singolo stato membro, come; la modificazione della tassazione sul carburante e la previsione di immatricolazione di solo auto elettriche ad emissione zero.
Obiettivo sul lungo termine, sarà inoltre quello di piantare tre miliardi di alberi entro il 2030 per contribuire entro il 2050 a disporre di sufficienti depositi di carbonio.
Per arrivare a giungere il traguardo entro la data prestabilita, inoltre, l’UE ha voluto dare priorità agli interventi sugli immobili di Classe G, quelli meno efficienti.
Migliorare gli edifici contribuirebbe a ridurre le emissioni e favorire la transizione ecologica.
Per iniziare al meglio questa transizione, come previsto dall’UE, si deve partire proprio dalla produzione di energia; il rinnovabile.
I pannelli solari e gli impianti solari termici sono il primo strumento utile affinché gli immobili possano adeguarsi alle linee guida dell’UE, migliorando la propria efficienza e aumentando il proprio valore sul mercato.
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Ed è proprio su queste ultime che le modifiche del 2022 sono state più incisive!
A causa del numero crescente di elettrodomestici immessi nel mercato con classe che va dalla A+++ alla B, l’Unione Europea ha deciso di modificare l’etichetta energetica, rendendo più agevole al consumatore riuscire ad orientarsi, ma anche agevolando così anche i produttori.
Un’altra motivazione risiede nel fatto che, come in ogni settore, anche in quello degli elettrodomestici, la tecnologia è avanzata, motivo per cui si necessitava di creare ulteriori classi per identificare i dispositivi di ultimissima generazione.
Ora, infatti, la scala energetica va dalla A alla G; scompare il simbolo +, per lasciare spazio a nuove lettere dell’alfabeto!
A rappresentare il minimo dell’efficienza energetica, ad oggi, sarà la semplice lettera A.
La classe G si trova all’ultimo posto in quanto indica la classe che ha un consumo energetico elevato e viene contraddistinta dal colore rosso, l’unica nella scala cromatica ad essere indicata con questo colore. Talvolta, diversi prodotti prima corrispondenti alla classe A+, oggi potrebbero rientrare nella classe G.
La classe F, contraddistinta dal colore arancione scuro, rappresenta elettrodomestici a un basso risparmio energetico, anche se corrisponde alla vecchia nomenclatura A+.
La classe E, in colore arancione chiaro, corrisponde alla vecchia A++ e appartiene ad un’ampia gamma di elettrodomestici, in generale molto efficienti e con un buon risparmio energetico.
La classe D, invece, corrisponde alla vecchia A+++ ed è attualmente colorata di giallo paglierino; dal punto di vista energetico risulta una classe molto efficiente e a buon risparmio energetico.
Le classi C, B, A sono quelle più in alto in classifica.
La classe C è colorata di verde lime, la B di un verde chiaro e la classe A di un verde brillante più scuro. Attualmente in commercio sono pochi gli elettrodomestici che appartengono a questa classe, questo perché sono tutti di ultimissima generazione, contraddistinti da tecnologie smart e anche di fascia di prezzo più alta.
Questi elettrodomestici consentono un ampio risparmio e sono gli apparecchi su cui larga parte dei consumatori punterà in ottica di risparmio e sostenibilità.
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